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HTML.it@PDC09: Windows Azure

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HTML.it è presente alla PDC (Professional Developer Conference) 2009 di Los Angeles e seguirà  i più importanti avvenimenti della conferenza Microsoft.

Microsoft, dopo un anno dal suo annuncio iniziale, ha lanciato alla PDC 2009 Azure, la piattaforma che consente di ospitare online applicazioni Web e servizi - in the cloud - garantendo scalabilità , disponibilità  dei dati e automatizzazione dei processi più comuni.

Ad annunciare Azure, che sarà  disponibile in versione definitiva dal prossimo primo gennaio (oggi è in CTP), è stato sul palco della PDC Ray Ozzie, il Chief Software Architect di Microsoft, colui che ha sostituito Bill Gates e che disegna gli scenari futuri dell'azienda. Ozzie ha ripetuto cose che va dicendo da tempo, da quando almeno scrisse un "memo" per dirigenti e manager Microsoft intitolato The Internet Services Disruption in cui prospettava la "rottura" che i software sotto forma di servizi avrebbero causato all'intera industria del software. Ecco una citazione di quel memo commentata da Wired USA e poi tradotta dal Wired italiano:

I nostri prodotti hanno abbracciato internet in molti modi sorprendenti (messaggio implicito: non abbastanza). Ma nonostante i grandi progressi, i nostri sforzi non hanno sempre portato al livello al quale forse saremmo potuti arrivare (stiamo rimanendo indietro). E mentre continuiamo a ottenere buoni risultati su molti fronti, una serie di concorrenti forti e determinati si concentrano come un raggio laser sui servizi di internet e sul software consentito dai servizi (e noi non lo facciamo). Grandi rivali a parte, c’è un’enorme attività  di software-e-servizi nelle start-up (ragazzi poco più che ventenni che lavorano nei garage ci stanno sorpassando!). Molte nuove società  trattano internet come la loro piattaforma (mentre noi stiamo ancora cercando di finire Vista!).

Azure è il pezzo più importante della strategia che vede Internet come un'architettura su cui costruire piattaforme (una cloud) da distribuire ovunque. Il motto di Ozzie, ripetuto più volte durante la keynote della conferenza, è three screens and a cloud: le applicazioni non si usano più solo sul computer, ma arrivano sullo schermo dei telefoni e delle televisioni e chi sa, nel futuro, quale altro sbocco troveranno. Ecco perché anche Windows deve passare dal desktop ad una piattaforma da cui poi "saltare" con facilità  da uno schermo ad un altro.

Azure nasce proprio da questa esigenza: Windows Azure, il sistema utilizzato in the cloud, è Windows stesso (Windows Azure  is Windows ha detto Ozzie), ossia una versione di Windows Server 2008 specificamente progettata per determinati componenti hardware e con driver ottimizzati. Windows Azure è inoltre un sistema aperto: le applicazioni che girano sulla piattaforma possono essere scritte con i linguaggi .Net di Microsoft, possono basarsi su database Sql Server, ma possono anche essere scritte in Java, Php o Ruby oppure installarle su Apache usando come database MySQL.

L'architettura viene poi supportata da un gran numero di altre componenti o servizi, molti dei quali annunciati proprio alla PDC. Appfabric consentirà  di progettare applicazioni e decidere poi se renderle disponibili su server locali o direttamente su Azure; Sydney permetterà  di integrare le applicazioni in the cloud con quelle in locale e passare dall'una all'altra; Pinpoint è un marketplace da cui acquistare servizi, applicazioni aggiuntive o banche di informazioni.

La corsa al cloud computing è appena cominciata. Azure ha in Amazon il concorrente più diretto e in Google App Engine, sebbene sia ancora poco strutturato, una delle future alternative. Ce la farà  Microsoft a conquistare il 90 per cento della "nuvola" così come ha fatto con i sistemi operativi tradizionali?

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