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I costi reali del downtime nel 2014

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Rackspace, una delle più note Cloud computing company tra quelle attualmente operanti, ha recentemente messo a disposizione un'infografica intitolata "Business impact off downtime 2014; essa presenta i risultati di una rilevazione dedicata quelli che sono attualmente i costi, non esclusivamente economici, dell'indisponibilità di un servizio messo a disposizione da un'infrastruttura IT.

Analizzando quelle che dovrebbero essere le cause più frequenti di un disservizio, e considerando l'eventuale presenza di concause, emergerebbe un ruolo importante relativo al malfunzionamento delle batterie degli UPS (evento citato in riferimento al 55% degli outages); seguirebbero l'errore umano (48%), ancora rilevante nonostante l'automatizzazione dei controlli, l'eccedere la capacità del già citato gruppo di continuità e, soltanto al quarto posto, gli attacchi informatici.

Peraltro, le attività dei cyber criminali verrebbero riferite come cause di danni poco più rilevanti rispetto agli incidenti dovuti alle condizioni meteorologiche, agli allagamenti e ai malfunzionamenti a livello di infrastruttura; questi ultimi rappresenterebbero però i disservizi più costosi seguiti dagli attacchi informatici e, a pari demerito, da problematiche legate a generatori, UPS e temperatura d'esercizio. Per contro l'errore umano sembrerebbe incidere in misura inferiore sui costi dei downtime.

Le categorie più colpite da eventi non previsti sarebbero quelle della comunicazione e dei prodotti di consumo, mentre l'impatto di un'iterruzione dovrebbe essere meno pesante per i settori della cura della salute e del commercio al dettaglio. Un downtime creerebbe danni in particolare a carico dell'immagine aziendale (37%), dei ritorni d'investimento (22%) e dell'attività degli utenti, ad incidere in minor misura dovrebbero essere invece gli interventi tecnici per il ripristino dell'operatività.

Dal punto di vista della frequenza e della durata dei disservizi, considerato un periodo compreso tra il 2010 e il 2013 i downtime sarebbero stati più rari e più brevi pur risultando notevolmente più costosi; interrogati sulle contromisure per il contrasto agli outages, gli operatori del settore avrebbero citato in primo luogo gli investimenti per il miglioramento delle infrastrutture (48%) e solo nel 4% dei casi l'assunzione di nuovo personale.

Via Rackspace

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