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Lo sviluppo su localhost è obsoleto?

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Le giuste competenze tecniche, un laptop e una connessione ad Internet sono ormai dotazioni sufficienti per disporre di tutti gli strumenti necessari per il lavoro dello sviluppatore? Riprodurre nel proprio terminale quello che sarà il proprio ambiente di produzione è divenuta una pratica obsoleta in tempi in cui l'archiviazione remota e la sincronizzazione multi-dispositivo avrebbero quasi annullato la distanza tra locale e online? In sostanza, l'epoca del localhost development è ormai tramontata?

A porsi queste domande è stato qualche settimana fa lo sviluppatore Laurence Gellert, convinto che la disponibilità di soluzioni cloud based e le esigenze legate all'implementazione collaborativa impongano l'impiego di development enviornment delocalizzati, accessibili in qualsiasi momento e indipendentemente dal luogo in cui ci si trova; questo approccio si dimostrerebbe estremamente vantaggioso dal punto di vista del livello di produttività, a partire da una gestione maggiormente efficace delle dipendenze.

Qiundi, quali potrebbero essere i tools necessari per superare i limiti intrinseci allo sviluppo su localhost? Chiaramente l'idea di base non dovrebbe essere quella di escludere del tutto l'installazione di software, ma di rivolgersi a quegli strumenti che permettono di passare più velocemente dal development al versioning, dal debugging al deployment e così via fino al lavoro di aggiornamento post produzione in un'ottica di continuous integration.

Da questo punto di vista emergerebbe una configurazione ideale basata su Vagrant per la realizzazione di development environments portabili e facilmente riproducibili, Git come soluzione per il controllo di versione distribuito, piattaforme per il code hosting e lo sviluppo collaborativo quali GitHub, un'IDE Web based come per esempio Codiad, CodEnvy e Source Lair che supporti i linguaggi e i framework più frequentemente utilizzati (JavaScript, CSS3, PHP, Python, HTML5, NodeJS..) e, opzionalmente, un team communication service online come Slack.

E' più che naturale pensare che ciascun sviluppatore debba prendere le proprie decisioni sulla base della specificità dei progetti su cui dovrà operare, nello stesso modo la rinuncia al localhost development non dovrebbe rappresentare una necessità o un obbligo, è infatti molto più interessante poter esplorare soluzioni alternative e poi stabilire quali siano le più adatte alle proprie esigenze.

Via Laurence Gellert

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