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Information Overloading, come contrastarlo

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Attualmente il fenomeno dell'Information Overloading (sovraccarico cognitivo), che vedrebbe coinvolto un numero sempre crescente di sviluppatori e programmatori, sembrerebbe trovare origine soprattutto in due fattori: la rapidità con la quale si evolvono le nuove tecnologie accompagnate da un'offerta crescente di strumenti per l'interazione con esse e, in secondo luogo, una committenza alla continua ricerca di collaborazioni full-stack quanto più possibile a basso costo.

Fermo restando che dovrà essere il developer a decidere come e in quale misura adattarsi al suo comparto di riferimento, rimane il fatto che l'Information Overloading rappresenterebbe oggi una vera e propria patologia professionale, con tanto di sintomi facilmente identificabili: senso di inadeguatezza dovuto all'umana incapacità di acquisire in breve tempo competenze tecniche elevate su tecnologie spesso molto diverse tra loro per quanto (in misura variabile) interoperabili, difficoltà nella scelta degli strumenti corretti per l'implementazione di un progetto e minori possibilità di scegliere un ambito di specializzazione.

A tali sintomi se ne potrebbe aggiungere un altro ancora più insidioso, la paura delle novità (spesso correlata all'ansia di padroneggiarle in breve tempo): lo sviluppatore, che quasi per natura dovrebbe essere invece una delle figure professionali meno orientate alla conservazione, si troverebbe così a non accogliere di buon grado la diffusione di un nuovo dispositivo, di un framework alternativo, di una libreria che potrebbe dimostrarsi più valida rispetto a quella utilizzata fino ad ora, di un SDK se non addirittura dell'ennesima versione di un linguaggio, di un'applicazione o di una piattaforma per quanto conosciuti.

Come fronteggiare questa problematica? Una prima soluzione potrebbe essere quella riuscire a selezionare gli strumenti per il proprio lavoro sulla base della tipologia di progetti che ci si trova ad affrontare più frequentemente, questi saranno diversi a seconda che lo sviluppatore concentri maggiormente la sua opera sul Web, sull'ecosistema mobile, sulle tecnologie indossabili, sull'automotive o sull'Internet delle Cose. Identificare un framework e un ambiente di sviluppo di riferimento potrebbero rappresentare da soli un importante passo avanti.

Un altro sistema potrebbe essere quello di definire una quota di tempo lavorativo (il 15%, tanto per fare un esempio) da dedicare ad attività collaterali come per esempio lo studio o l'approfondimento di un nuovo linguaggio o di un qualsiasi altro strumento al di fuori della selezione precedentemente effettuata; da questo punto di vista lo sviluppatore potrebbe scoprirsi avvantaggiato in quanto è uno dei pochi professionisti che ha la possibilità di aggiornarsi anche mentre lavora.

Infine, non è mai sbagliato fare riferimento al buon senso, l'Information Overloading non è un buon motivo per perdere ore di sonno a smontare pezzo per pezzo l'ultimo developer tool rilasciato; alla lunga tale abitudine potrebbe rivelarsi più dannosa per la produttività di qualsiasi sovraccarico cognitivo.

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