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W3C si arrende al DRM

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Qualche mese fa lo chief arbiter dei Web standards Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web assieme a Robert Cailliau, ha dato il via libera al controverso nuovo standard per il Web DRM (Digital Restrictions Management) ovvero l'EME (Encrypted Media Extensions). Questa decisione ha subito suscitato l'ira della community open source che è assolutamente contraria a qualsiasi forma di DRM.

In particolare la EFF (Electronic Frontier Foundation) aveva proposto un compromesso, ovvero estendere il membership agreement del W3C (le cui regole non escludono i DRM automaticamente) in modo che non si potessero citare in giudizio gli utenti per aver bypassato i DRM a meno che non ci fosse stata dimostrata una qualche violazione del copyright o altri atti illegali.

Tuttavia questa proposta è stata respinta in blocco delle aziende che premono per il supporto per l'EME e per la standardizzazione dei DRM. Dunque per evitare altre discussioni Berners-Lee e Cailliau hanno dato il via libera alla standardizzazione dei DRM. Circa il 60% dei membri del W3C ha espresso un parere positivo, confermando di fatto la decisione di Berners-Lee.

Nella storia del consorzio non era mai successo che una decisione della leadership dividesse cosi tanto i membri, per questo motivo EFF ha annunciato il suo ritiro unilaterale dal W3C proprio in seguito a tali eventi.

A parere dei membri dell'EFF questo nuovo standard è stato pensato per controllare gli utenti e privarli dei loro diritti. Ogni compromesso è stato rifiutato, dunque la fondazione avrebbe perso ogni fiducia nel W3C e nei suoi processi di difesa di un Web aperto e libero. Da qui la decisione di un ritiro con effetto immediato.

I DRM sono ormai molto diffusi, nei servizi di streaming di contenuti multimediali rappresentano uno standard e diversi colossi come Google, Netflix, Spotify ed Apple cercano da anni un modo per standardizzarli all'interno dei protocolli web per fronteggiare la pirateria.

Via Boing Boing

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