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Se non bastasse il buonsenso

Da un libro di neuropsicologia del linguaggio, unÂ’ulteriore motivazione per non scrivere interfacce in lingua straniera.
Da un libro di neuropsicologia del linguaggio, unÂ’ulteriore motivazione per non scrivere interfacce in lingua straniera.
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LÂ’altra sera volevo giocare a carte, ma dato che la mia ragazza mi diceva che è troppo da vecchi, abbiamo trascorso qualche ora leggendo il libro “Neuropsicologia del linguaggio", di M. Agliotti e F. Fabbro, commentando una conferma scientifica a una cosa che il buonsenso da sempre ci dice. Parliamo dellÂ’importanza che interfacce e siti destinati ad utenti italiani, abbiano contenuti in italiano.
A pagina 86 si legge di un esperimento condotto con la risonanza magnetica funzionale (fMRI) con lo scopo di rilevare le aree cerebrali attive durante lÂ’elaborazione di frasi di diverse lingue in soggetti bilingui precoci e tardivi.

Dai risultati si desume che nei bilingui tardivi lÂ’area di Broca, che è la parte dellÂ’emisfero sinistro del cervello deputata allÂ’elaborazione del linguaggio, è maggiormente attiva nei casi di riconoscimento di una violazione grammaticale (i gatti ama cacciare i topi, ad esempio) nella seconda lingua, a differenza di quanto avviene per quella semantica (la pannocchia mangia il maiale, per esempio).

Per altre indicazioni date in altre pagine del libro, si desume che:

  • nei bilingui tardivi, il controllo grammaticale è più difficile che nei precoci (quindi fanno maggior sforzo);
  • nei bilingui tardivi, il controllo semantico, parzialmente gestito dallÂ’area di Broca nei precoci, si sposta verso altre aree del cervello, normalmente deputate ad altre gestioni.

Che vuol dire, in estrema sintesi tutto cià? Se fate in inglese unÂ’interfaccia o un sito, quando questi sono rivolti ad utenti italiani, pur anche buoni conoscitori della lingua straniera, li state costringendo ad utilizzare in modo meno efficiente lÂ’area di Broca, sovraccaricando una parte di cervello che potrebbe invece essere impiegata per comprendere quanto state tentando di trasferire.

I nonni, quindi, quando ci dicono di scrivere in italiano se ci rivolgiamo ad italiani, hanno ragione.

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