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Brotli e l'estensione "politicamente scorretta"

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Google e Mozilla avrebbero risolto un (presunto) problema di discriminazione connesso a Brotli, l’algoritmo di compressione dei dati telematici ideato dal colosso di Mountain View come soluzione più efficiente rispetto agli algoritmi proposti in precedenza come Zopfli.

I file compressi con Brotli occupano tra il 20 e il 26% di spazio in meno rispetto a quelli creato con Zopfli, ha stimato Google, ed erano inizialmente caratterizzati dall’estensione “.bro”. La scelta avrebbe però scatenato un dibattito in rete sui potenziali utilizzi discriminatori delle tre lettere succitate.

Il primo a sollevare il problema, forse guidato anche da uno zelo eccessivo, sarebbe stato Patrick McManus di Mozilla, definendo l’estensione ".bro" potenzialmente misogina e non professionale, come alcuni scherzi indirizzati allo sviluppatore stesso avrebbero dimostrato.

La proposta di cambiare l’estensione sarebbe stata poi accolta dall’ingegnere di Big G Jyrki Alakuijala, il quale sostiene di aver consultato una amica “femminista” e di aver riconosciuto il rischio di abuso da parte di buontemponi e troll telematici.

Si sarebbe quindi giunti a un compromesso, sostituendo l’estensione .bro con “.br”, che almeno apparentemente non dovrebbe offendere alcuna minoranza o categoria, e risparmiando per di più sui byte necessari alla sua gestione.

Via | gHacks Tech News

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