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Una petizione contro la Creative Cloud di Adobe

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Adobe ha annunciato da pochi giorni la sua nuova Creative Cloud, il parco di software che da giugno sostituiranno la Creative Suite con rinnovati sistemi di distribuzione e acquisto. Il nuovo modello vede infatti la sottoscrizione di un abbonamento mensile anziché l'acquisto "one-time" del software, con tariffe promozionali a partire da 29.90 dollari per il primo anno di utilizzo, 49 per secondo. Molti utenti, però, non hanno gradito questa mossa di Adobe e hanno deciso di aprire una petizione su Change.org, con già  più di 9.000 sottoscrittori.

Adobe sta derubando i piccoli business, i freelancer e il consumatore medio. Non capisce come ogni società  non sia una multinazionale, una compagnia multi miliardaria con a disposizione risorse infinite.»

Questo il testo della protesta, che punta al ritorno del pagamento "one-time" per l'utilizzo dei prodotti della suite creativa di Adobe - tra cui i gettonatissimi Photoshop e Illustrator - anziché il sistema a sottoscrizione. Nel lungo periodo, dicono gli utenti, si pagherebbe molto di più rispetto ai costi attuali, seppur elevati.

La redazione di CNet ha però voluto effettuare un calcolo di massima, per capire se davvero le ragioni della petizioni siano fondate. A quanto pare, la Creative Suite CS6 Master Collection costerebbe 2,644 dollari, con un periodo medio di tre anni d'utilizzo per gli acquirenti. Nello stesso lasso di tempo, però, approfittare degli identici software sulla Creative Cloud comporterebbe tariffe ben minori, ovvero circa 1.800 dollari. Lo stesso vale anche per la scelta di un singolo software: Photoshop CS6, in vendita a circa 800 dollari, ne costerebbe solo 720 sulla Creative Cloud nell'identico periodo di riferimento. àˆ però doverosa una precisazione: non è detto che l'utente effettivamente aggiorni i prodotti Adobe almeno una volta ogni tre anni, in questo caso è allora certamente più conveniente l'attuale sistema di vendita. I giornalisti del magazine a stelle e strisce si sono quindi domandati se una transizione ibrida, ovvero con la compresenza del sistema classico e quello in abbonamento, non avrebbe contribuito a tranquillizzare e fidelizzare l'utente. Una prospettiva, quest'ultima, che parrebbe essere condivisa da Microsoft, come spiega Clint Patterson:

Come Adobe, pensiamo che il software a sottoscrizione sia il futuro. I benefici per l'utente sono enormi. Gli abbonati sono sempre aggiornati. Ricevono sempre le ultime e più complete applicazioni. Possono utilizzare i loro abbonamenti su una moltitudine di device che le persone oggi usano. Tuttavia, a differenza di Adobe, pensiamo che il passaggio dal software in confezione e i servizi a sottoscrizione richieda tempo. In un decennio, pensiamo che le persone sceglieranno un servizio a sottroscrizione dati gli innegabili benefici. Nel frattempo, ci impegniamo a fornire una scelte: il software principale in confezione e i servizi aggiuntivi in sottoscrizione.

Fonte: PCMag

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