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L'arte perduta di usare il cervello

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In un recente articolo sul suo blog Marco Tabini ha aperto una discussione su cià che egli chiama arte perduta di usare il cervello, il fatto che le persone sembrano basarsi più sui cervelli di altri che usare il proprio.

Il mondo della tecnologia è pieno di abitanti che trattano gli strumenti come se fossero una religione. OOP, unit tests, patterns... questi sono tutti strumenti che dovrebbero aiutare a fare meglio il proprio lavorot, non dovrebbero essere formule teologiche che rendano magicamente migliore ogni singola linea di codice scritta sulla faccia della terra.

Continua a dire che gli strumenti per sviluppatori di uso quotidiano sono lì per facilitare il lavoro, ma se gli sviluppatori che ne fanno uso non si impegnano ad utilizzarli correttamente, sono praticamente inutili.

Condivide le sue tre ragioni per cui egli pensa questo problema sia così diffuso e propone delle misure per uscire fuori da questo modo di pensare e prendere le distanze dalla massa:

  • Non accettare mai nulla per scontato, mettere tutto in discussione per il bene di arrivare alla soluzione vera: anche se si commettono errori, avrete un modo per capire perché si è sbagliati e imparare qualcosa;
  • Mettere in discussione continuamente le proprie conoscenze;
  • Circondarsi di persone con una prospettiva diversa dalla propria: sarete costretti a mettere in discussione più spesso se stessi e crescere professionalmente insieme.

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