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AI made in Google: ecco i principi base dell'azienda

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Il team di sviluppatori Google sta lavorando da anni per migliorare e far evolvere il settore delle intelligenze artificiali e i propri algoritmi di machine learning. L'azienda californiana sta puntando molto sull'applicazione di tali soluzioni nei suoi prodotti in modo da rendere l'esperienza utente più personalizzata.

In questi giorni il CEO di Google, Sundar Pichai, ha pubblicato un articolo sul blog ufficiale dell'azienda dove vengono spiegati nel dettaglio i principi che animano e regolano l'intelligenza artificiale sviluppata da Big G. Si tratta sostanzialmente di una serie di obbiettivi a cui punta la compagnia che vanno anche a regolare le varie applicazioni di tale tecnologia sui suoi progetti attuali e futuri.

Essere socialmente utile

Google vuole rendere la sua tecnologia utile per la società moderna, le applicazioni dell'AI avranno un impatto notevole su tantissimi settori come: sicurezza, salute, produzione e ovviamente sull'intrattenimento. Le intelligente artificiali andranno a modificare la società e tutti i settori dell'economia.

Evitare di rafforza gli stereotipi

Gli algoritmi, cosi come ogni prodotto dell'uomo, possono essere uno strumento per incrementare o ridurre pregiudizi sociali o stereotipi di vario genere. Il team Google sta sviluppando tali algoritmi cercando di evitare che le persone subiscano un impatto sociale scorretto e legato in qualche modo alla propria appartenenza etnica, alla propria cultura, al proprio credo religioso e all'orientamento sessuale.

Una AI costruita con la sicurezza in mente

I developer di Mountain View hanno da sempre un occhio di riguardo per la sicurezza dei propri utenti, dunque stanno continuano a sviluppare i propri algoritmi di AI in modo che rispettino i protocolli di sicurezza e, ovviamente la privacy dell'utente. Inoltre tali algoritmi sono strutturati in modo da essere controllabili dall'uomo.

I limiti da non superare

Si tratta dunque di una dichiarazione di intenti chiara ed in linea con le precedenti politiche di Google. Inoltre Sundar Pichai continua il suo articolo elencando anche le applicazioni delle AI che non hanno intenzione di perseguire né di supportare ovvero:

  • Armi e tecnologie belliche.
  • Raccolta massiccia di dati per la violazione della privacy.
  • Tecnologie che possono causare danni intenzionali alle persone.
  • Tecnologie che sono contrarie al diritto internazionale e al rispetto dei diritti umani.

Gli obbiettivi futuri

Google dunque non avrebbe intenzione di sviluppare armamenti o tecnologie che ledono alla privacy e alla sicurezza dei suoi utenti. Continuerà invece a collaborare con i governi dei vari Paesi per rendere migliori i settori della sicurezza informatica, la formazione, il reclutamento militare, l'assistenza sanitaria, la ricerca e il salvataggio.

Via Sundar Pichai

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