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Internet Explorer 6 addio, senza rimpianti

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Con l'annunciatissimo abbandono da parte della Casa di Redmond del supporto per Windows XP avvenuto l'8 aprile 2014, dovrebbe finire anche l'era di quello che con tutta probabilità è stato il browser più odiato da Web developers, Web designers e, in molti casi, anche dagli stessi utenti; praticamente privo di un decente supporto per gli standard più recenti, del tutto inaffidabile, insicuro e per lungo tempo particolarmente diffuso, Internet Explorer 6 si avvierebbe ora a diventare solo un brutto ricordo.

Disponibile a partire dall'agosto del 2001, il suo rilascio è stato caratterizzato da un successo e da una longevità di proporzioni inedite, fu infatti con tale versione che il browser della Microsoft raggiunse un market share superiore al 90% (era il 2004); un risultato non del tutto prevedibile se si pensa che in sostanza il progetto non presentava novità rilevanti dalla versione 4 in poi. Soltanto con l'arrivo di Firefox, che in pochi mesi privò IE di una quota di mercato pari a circa il 5%, Big M decise di includere delle migliorie, anche in termini di sicurezza, tramite Windows XP SP2.

Ora che il ciclo di vita di IE 6 è "tecnicamente" finito, è ancora necessario che gli sviluppatori ne tengano conto? A qualche addetto ai lavori non particolarmente fortunato potrà capitare un cliente che continui ad esigerne il supporto, ciò però oltre i limiti del ragionevole, ma la risposta a tale domanda non potrà che essere data sulla base di un criterio generale, statistiche alla mano. I tempi in cui, con buona pace del progetto Netscape, Internet Explorer era sinonimo di navigazione Web sembrerebbero ormai finiti.

Ad oggi, un periodo in cui l'obsoleto Windows XP continuerebbe comunque a vantare un market share superiore ai venti punti percentuali, secondo Net Applications la quota di mercato totale dell'applicazione di Redmond dovrebbe aggirarsi intorno al 58% (indipendentemente dal numero di versione); nel dettaglio, la release più diffusa dovrebbe essere la 8 (21.14%), seguita dalla 11 (15.71%), dalla 9 (8.76%), dalla 10 (7.12%), dalla 6 (4.15%) e da una 7 ai limiti della sopravvivenza (0.80%).

In quello che sembrerebbe un desolante panorama caratterizzato dalla frammentazione e causato in parte da una politica commerciale a tratti confusionaria da parte della Casa Madre (la fine di IE6 sarebbe stata pianificata già nel 2009), il market share della sesta generazione del browser Microsoft sarebbe sceso per la prima volta sotto il 5%; per cui agli sviluppatori, sicuramente più sensibili all'argomento rispetto all'utente medio, non si potrebbe far altro che consigliare di facilitarne l'estinzione.

Dati Net Applications

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