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Le difficoltà di Compiz e il futuro di Unity

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Era la sera di natale dello scorso anno quando Sam Spilsbury, il principale sviluppatore di Compiz, annunciò il fallimento del suo progetto con un post molto intenso sul suo blog. Da allora è passato più di un mese e molte distribuzioni hanno già preso atto della situazione infelice in cui si è arenato Compiz.

Che Compiz non godesse di buona salute era cosa nota. L´ultima major release risale ormai a luglio di due anni fa e le prestazioni e la stabilità del prodotto hanno spesso subito forti regressioni. Inoltre lo sviluppo, se escludiamo la mole di commit provenienti da Ubuntu, sarebbe già praticamente azzerato.

Nonostante la fama del progetto il danno derivante da un abbandono di Compiz non sarebbe eccessivamente elevato. Dopotutto i maggiori desktop environment hanno già da tempo costruito i propri personali compositing window manager (GNOME con Mutter e KDE con l´ormai maturo KWin).

In questo panorama però si inserisce Unity, l´interfaccia utente di default di Ubuntu. Come è ben noto Unity altro non è che un plugin di Compiz e tutte le difficoltà di quest´ultimo si ripercuotono inevitabilmente sul primo.

Se Compiz dovesse scomparire cosa ne sarà di Unity? Sul web corrono molte ipostesi. Alcuni ipotizzano che Ubuntu possa accollarsi lo sviluppo di Compiz. Altri, invece, ipotizzano frettolose inversioni di rotta e il conseguente abbandono di Unity. L´ipotesi più gettonata e probabile resta però il completo passaggio alle Qt. L´utilizzo delle Qt anche per la versione 3D dell´interfaccia, analogamente all´esperienza di Unity 2D, sembra essere la strada più semplice e percorribile per non affondare insieme alla nave Compiz.

Ripeto, soto tutte voci non ufficiali ma se anche Fedora pensa di rimuovere Compiz dai suoi archivi, il tempo a disposizione di Ubuntu per fare una scelta al riguardo sembra ormai agli sgoccioli.

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