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Sticky Footer e SEO: Google approva, ma con riserva

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Tra le ultime tendenze di progettazione web, sempre più designer optano per i cosiddetti sticky footer: si tratta di comuni footer, ovvero l'area inferiore di un sito dove vengono ospitati contatti e altre informazioni utili, capaci di rimanere sempre in primo piano sulla finestra del browser, indipendentemente dallo scrolling. Con la crescita di questo trend, tuttavia, in molti si sono chiesti se questa pratica possa essere considerata lesiva delle buone regole dell'ottimizzazione SEO, considerato come gli sticky footer possano essere percepiti come invasivi dall'utenza.

A rispondere è direttamente Google, nello specificare come la declinazione non dovrebbe generare problematiche di sorta, fatta eccezione per alcune casistiche specifiche.

Gli sticky footer stanno ottenendo sempre più popolarità, poiché permettono all'utente di accedere a informazioni di uso estremamente comune - contatti, feed RSS, link ai social media e molto altro ancora - senza impazzire con lo scrolling. La loro applicazione, tuttavia, comporta un trade off di non poco conto: si viene infatti a ridurre l'area dei contenuti centrali nella finestra del browser, rendendo meno agevole la navigazione. Di seguito, le indicazioni di Google.

I dubbi sui possibili effetti degli sticky footer, almeno in termini di indicizzazione sui motori di ricerca, sono stati espressi dall'esperto SEO Dan Taylor: approfittando della piattaforma Twitter, si è domandato se una simile progettazione potesse violare le linee guida di Google sull'assenza di elementi intrusivi per l'utente.

A rispondere a questo lecito quesito è stato nientemeno che Gary Illyes di Big G, il quale ha voluto specificare come, nella maggior parte dei casi, il ricorso a una simile declinazione del footer non dovrebbe comportare effetti SEO rispetto all'impostazione tradizionale.

L'esperto, in ogni caso, ha consigliato di valutare attentamente l'inserimento di elementi che possano essere percepiti come invasivi dagli utenti: in questo senso, qualsiasi dettaglio perennemente in primo piano riduce l'area di lettura effettiva all'interno della finestra del browser.

Eccezioni

Sebbene nella maggior parte dei casi gli sticky footer non avranno effetto sull'ottimizzazione, vi sono però delle applicazioni che potrebbero risultare anche pesantemente penalizzanti. È il caso di footer contenenti annunci pubblicitari e banner, poiché in contrasto con le specifiche della Coalition for Better Ads, a cui lo stesso motore di ricerca farebbe ampio ricorso.

Secondo quanto definito dal gruppo, tutti gli annunci pubblicitari che superano il 30% della pagina sono da considerarsi intrusivi per l'utenza. Lo stesso vale per l'advertising sempre in primo piano, soprattutto quando limita fortemente le capacità di navigazione dell'utilizzatore finale. Nonostante Google non abbia fatto esplicito riferimento a questa evenienza, appare verosimile una possibile penalizzazione SEO: non a caso, dal prossimo anno il browser Chrome includerà una funzione per bloccare gli annunci pubblicitari considerati invasivi.

Fatte queste premesse, è perciò necessario chiedersi se sia necessario sposare questo trend o, in alternativa, fornire delle soluzioni diverse per raggiungere con più facilità il footer, senza ricorrere allo scrolling. Un piccolo tasto laterale, simile ai pulsanti per tornare rapidamente al menu principale sui siti one-page, potrebbe essere più che sufficiente per le esigenze dei propri visitatori.

Via: Search Engine Journal

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